Scuola elementare

Scuola elementare

Una tra le mie esperienze più amare

è stata la scuola elementare,

cinque anni molto pesanti

in compagnia di persone irritanti,

i giorni sembravano non passare mai

ma per fortuna son lontani ormai.


Spesso mi ritrovo però a pensarci

e non è semplice smettere, che posso farci?

Quegli anni mi han segnata,

troppe volte mi son sentita umiliata:

è stata una vera e propria tortura,

sì, di quel che dico son sicura.


Ai tempi non sapevo difendermi

e in giro chiunque continuava a prendermi,

la maestra non sgridava nessuno

e anzi tra le sue vittime ero la numero uno:

l’infastidiva che sapessi leggere e scrivere

quando gli altri a malapena sapevan ridere;

mica era colpa mia se ero la più intelligente

in mezzo a quella classe demente,

ma invece d’apprezzare le mie doti,

mi faceva insultare da quegli idioti

e poi lei stessa ci si metteva, 

lasciarmi in pace nessuno voleva!


Su venti persone al massimo ne sopportavo tre:

gli altri? Tutti ad avercela con me!

Appena respiravo mi sfottevano,

nei giochi di gruppo non mi volevano;

se tornassi indietro zitti li farei stare,

ma peccato che ai tempi non lo sapessi fare:

la vita mi sarei semplificata

invece di piangere come una ritardata.


Mattina e pomeriggio a scuola dovevo stare,

ogni momento qualcuno volevo ammazzare

e a fine giornata mia madre mi chiedeva “com’è andata?”:

io rispondevo con una faccia schifata.


Ricordo che la maestra aveva la sua cocca:

tutt’ora mi sembra una cosa sciocca,

la ritraeva come l’essere perfetto

e i suoi compiti uguali, neanche un difetto!


Pure gli applausi ci toccava fare,

come se a teatro dovessimo stare

e mentre la maestra le faceva dei sorrisetti,

a me giravano i cosiddetti,

non perché fossi invidiosa,

ma perché ero trattata come una lebbrosa.


Io i complimenti me li sognavo,

solo delle gran sgridate mi beccavo!


Anche in gita non volevo andare

e non vedevo l’ora di tornare

a casa dai miei videogiochi,

i piaceri che mi davano non eran pochi:

mi confortavano dopo le giornate brutte,

così come adesso, sempre che io non m’imbatta in sconfitte.


Grazie a loro il mio mondo mi ero creata

e così in classe me ne stavo sola e beata;

ma alla maestra non faceva piacere,

solamente rompermi sembrava sapere.


Voleva che parlassi con i miei compagni:

avrei preferito chiudermi per ore nei bagni.


Finito il quinto anno tutti piangevano

perché più non si vedevano.


Io invece aspettavo solo quel momento

in cui sarebbe finito il mio patimento;

in lacrime mi venivano a cercare,

ma per me a quel paese potevano andare,

qualcuno voleva pure abbracciarmi,

ma io ero sempre pronta a scansarmi.


Dopo ciò che avevo passato,

un po’ di benessere me lo ero meritato:

mi ero liberata di ognuno di loro

e sprizzavo gioia da ogni poro.


Commenti

Barbara ha detto…
Oggi è lunedì, il giorno più odiato della settimana. Ai tempi della scuola, io ero un lunedì. Perché? Leggete!
E voi? Che ricordo avete della scuola elementare?

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