Zona rossa
Zona rossa
La situazione è assurda,
ma allo stesso tempo mi turba,
vorrei scherzarci su
ma ciò che vedo e sento mi butta giù:
per tre mesi sarò dentro quattro mura
mentre in giro un virus strano mette paura.
Zona rossa, ecco dove mi trovo,
a capire come passar il tempo provo
ché nessuno posso incontrare
se non per ritrovarci sui balconi a cantare,
è come fosse riiniziato Sanremo
ma stavolta molto più tetro.
Il sole non è ancora spuntato
e già vedo la fila dal supermercato,
tutti con i carrelli, ben distanziati,
pronti all’assalto, a svuotar gli scaffali.
Non c’è anima viva per strada,
tutto tace, tranne una voce registrata:
proviene dagli altoparlanti,
ripete che in casa dobbiamo stare barricati.
Eppure qualcuno esce lo stesso,
ma non prima d’essersi firmato un permesso:
c’è chi a far ginnastica si cimenta
e chi altre scuse improbabili s’inventa.
Che strani mesi dovremo affrontare
con il mondo là fuori, ma senza libertà d’approfittarne.
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